Roma 13 febbraio 2019
Si dice che l'occasione fa l'uomo ladro......nel mio caso particolare ogni volta che mi capita di tornare nella Capitale (quasi sempre per controlli medici), approfitto per prolungare la mia presenza nella città più bella del mondo (almeno per quanto riguarda i monumenti, le fontane ecc.).
Oggi per fortuna. ho trovato una giornata primaverile e quale migliore occasione per dare sfogo alla mia malattia per la fotografia, naturalmente per colpa di chi è oggi al governo di questa città, non voglio fare nomi (RAGGI-5 STELLE), le mie foto le catturo ad una certa altezza dalla pavimentazione stradale per motivi che i romani capiscono perfettamente, e quindi prima di recarmi a vedere la Mostra al Vittoriano ho voluto imprimere nel mio obbiettivo qualche veduta di questa straodinaria città.
Premesso tutto ciò, è con piacere che voglio mostrare ai fedelissimi del mio blog (che non avessero avuto l'occasione di visitare questa bellissima mostra di Andy Warhol) le foto che ho ritenuto potessero interessare loro, non prima di descrivere l'artista.
Warhol nacque a Pittsburgh, in Pennsylvania, il 6 agosto del 1928, ultimogenito dei quattro figli di Ondrej Warhola (anglofonizzò il proprio nome in Andrew Warhola poco
dopo il suo arrivo negli Stati Uniti; 1889-1942)[1][2][3] e di Júlia Justína Zavacká (1892-1972), ambedue modesti immigrati lemchi[4][5] originari di Miková (un paese situato nell'odierna Slovacchia
nord-orientale). Warhol mostrò subito il
suo talento artistico, e studiò arte pubblicitaria al Carnegie Institute of
Technology, l'attuale Carnegie Mellon University di Pittsburgh. Dopo la laurea, ottenuta nel 1949, si
trasferì a New York. La "grande mela" gli offrì subito molteplici
possibilità di affermarsi nel mondo della pubblicità, lavorando per riviste
come Vogue e Glamour.
La
sua attività artistica conta tantissime opere, che produceva in serie con
l'ausilio dell'impianto serigrafico. Le sue opere più famose sono diventate
delle icone: Marilyn Monroe, Mao
Zedong, Che
Guevara e
tante altre. Da ricordare le sovrane regnanti Elisabetta II del Regno Unito, Margherita II di Danimarca, Beatrice dei Paesi Bassi, la regina
madre Ntfombi dello
Swaziland, la principessa Diana
Spencer e
l'ex imperatrice dell'Iran Farah Pahlavi. La ripetizione era il suo
metodo di successo: su grosse tele riproduceva moltissime volte la stessa
immagine alterandone i colori (prevalentemente vivaci e forti). Prendendo
immagini pubblicitarie di grandi marchi commerciali (famose le sue bottiglie
di Coca-Cola) o immagini d'impatto come incidenti stradali o sedie
elettriche, riusciva a svuotare di ogni significato le immagini che
rappresentava proprio con la ripetizione dell'immagine stessa su vasta scala.
La
sua arte, che portava gli scaffali di un supermercato all'interno di un museo o
di una mostra, era una provocazione nemmeno troppo velata: secondo uno dei più
grandi esponenti della Pop
art l'arte
doveva essere "consumata" come un qualsiasi altro prodotto
commerciale.
VIDEO
C.M.