25.3.18

SELVA DEL LAMONE




La selva del Lamone

Entrammo poi in una foresta tale, che ci smarrimmo. Annibal Caro. 1537.
Il bosco del Lamone, esteso per 1800 ettari lungo il confine tra Lazio e Toscana, tra i territori di Farnese e Ischia di Castro,  rappresenta la selva “dantesca”  per eccellenza. Una macchia ostile, fatta di remote colate laviche e massi titanici tra cui si snodano sentieri intricati, quasi invisibili, difficili da percorrere per chiunque. Una selva oscura, aspra e forte, regno di ninfee e folletti, dove ancora oggi si respira un alone di mistero.
Ma aldilà di suggestive astrazioni, la selva del Lamone rappresenta uno dei più affascinanti ecosistemi del centro Italia. Terra vulcanica, divenuta nel 1994 riserva naturale, ospita numerose specie vegetali: faggi, querce, lecci e piante spontanee, alcune molto rare. Da sempre l’uomo ha cercato riparo tra le amorevoli braccia della Dea Madre (natura) del bosco del Lamone, che offre legna e una ricca selvaggina, su cui regna il cinghiale.  Alcova prediletta di Domenico Tiburzi e di molti briganti, che tra l’impenetrabile vegetazione cercavano riparo dalle forze dell’ordine fino ai partigiani che durante la resistenza hanno preso parte alla liberazione d’Italia. Tracce del passaggio umano sono ricollocabili all’età del bronzo e  numerosi sono gli avamposti sorti durante i dieci secoli di dominazione etrusca. Successivamente sorgono molte villae rusticae romane e insediamenti longobardi, molti dei quali nascosti dalla vegetazione. Percorrendo sentieri, mulattiere e tratti di basolato romano il viaggiatore può intraprendere un percorso attraverso il Lamone, incontrando numerosi siti archeologici, castelli e necropoli etrusche. Partendo da località Lamoncello (uno degli ingressi della riserva naturale) si incontra un  complesso di età longobarda, dove il fiume Olpeta forma la splendida cascata del Salabrone. Dopo un breve cammino si raggiunge la città di Castro, distrutta nel 1649 dalla follia umana, a cui sono sopravvissute infinite strade, pavimentazioni resti di chiese, edifici e cantine. Di remote origini etrusche, il capoluogo castrense raggiunge il pieno splendore   in epoca rinascimentale, ma gli attriti tra i Farnese e la camera apostolica determinano la fine della città per volere di Papa Innocenzo X. Di tanto splendore resta una epigrafe beffarda: “qui fu Castro”.   Lasciate le inquiete rovine ben presto si incontra l’insediamento di Pian di Morrano, da alcuni considerato un enorme altare megalitico di uso sacrale. Costeggiando il Lamone nei pressi del confine con la Toscana si raggiunge il sito di Sorgenti della Nova, tipico insediamento protostorico della zona del tufo, arroccato su un’alta rupe attraversata da due fossi. Le varie campagne di scavi iniziate da Rittatore Vonwiller hanno portato alla luce grotte e basamenti di capanne dell’età del bronzo, oltre a numerosi oggetti, per lo più vasellame. Mentre del  successivo insediamento medievale sono visibili resti di una torre e il perimetro di una chiesa, posti sull’acropoli della città. La presenza negli anni 70 di una cava di pomice ha mutilato pesantemente la rupe e la sorgente sottostante.

Il sentiero di Rosa Crepante

E' uno dei percorsi più ricchi e completi, che tocca numerosi aspetti del bosco del Lamone: monumenti naturali come il cratere lavico di Rosa Crepante, radure a prato come Semonte, boschi annosi e aree archeologiche come il sito di Rofalco. Il percorso a piedi lunghezza circa 7 Km.
Domenica 25 marzo 2018
Ore 9,00 appuntamento Piazza principale di Farnese.
Il primo arrivato, dopo di me (l'età conta ancora qualcosa)



Causa anche l'ora legale qualcuno, salta, ma alle ore 9,15 chi c'è c'è si parte. La nostra guida è un giovane laureato in scienze forestali e ambientali, amante della natura e del Trekking si chiama Giuseppe Fabbrizi (Buck), 


E VIA.......































 Tra tanti Lupi una ragazza laziale






































































































                                                                        Incontri ravvicinati









Fino a qui era il percorso per cui la nostra straordinaria guida (Buck) si era impegnato a farci conoscere con spiegazioni e particolari che solo lui è in grado di fare (complimenti e ancora grazie).
Poi visto la nostra fame di ulteriori notizie, in via del tutto amichevole ci ha portato a visitare il Sentiero della Cascata di Salabrone.































Al termine della lunga passeggiata su segnalazione della nostra guida siamo andati a mangiare al Truscione un caratteristico Agriturismo ad Ischia di Castro, con menu' tipico della Tuscia.












A SPASSO CON BUCK TERMINA QUI, MA SICURAMENTE RIPROVEREMO TRA UN PO' AD ESPLORARE UN ALTRO SENTIERO DI QUESTA SPLENDIDA SELVA CON LA NOSTRA GUIDA DI FIDUCIA.
C.M.